La lampadina alogena è l’evoluzione della vecchia lampadina a incandescenza. Nei negozi si possono trovare due differenti tipi di lampadina alogena, quella a tensione di rete e la variante alogena a bassissima tensione. Le differenze sostanziali si riscontrano soprattutto nella tensione: una lampadina alogena a tensione di rete è alimentata da 220v mentre quelle a bassissima tensione ne contano solo 12v, da ciò si riassume che le lampadine alogene a bassissima tensione hanno una minore potenza a disposizione per lampadina con un massimo 100w. Tale caratteristica rende la lampadina alogena a bassissima tensione, adatta per piccoli ambienti e spazi con illuminazione soft. L’efficienza luminosa delle lampadine alogene a bassissima tensione è leggermente migliorata nonostante questo, le basse potenze ne limitano l’impiego.
La luce delle lampadine alogene a bassa tensione ha tonalità bianche e più vivide, per quanto riguarda il ciclo di vita, non ci sono particolari differenze tra questi due tipi di lampadina alogena, entrambe hanno una durata che oscilla dalle 2000 alle 6000 ore di utilizzo. Se si sta pianificando di allestire un nuovo impianto di illuminazione domestico, la tecnologia da prendere in considerazione non prevede l’impiego di lampadine alogene, bensì di luci a led. Le lampade a LED riescono a garantire un risparmio energetico del 90 per cento rispetto alle lampadine alogene con la stessa intensità luminosa.
Le lampadine a fluorescenza, dette anche ‘a basso consumo’, funzionano grazie a una scarica generata dalla differenza di potenziale tra due elettrodi immersi in un gas. Solitamente di forma tubolare, sono state inventate per risolvere il grande problema della bassa efficienza delle vecchie lampade a incandescenza, ma presentano alcuni fattori limitanti. Questi prodotti necessitano infatti di riscaldarsi per raggiungere la massima luminosità, sono molto fragili e perdono di intensità luminosa alle basse temperature. Dall’altra parte,però,emettono bassissimi livelli di raggi infrarossi e ultravioletti, molto dannosi per la pelle e gli occhi, tuttavia perdono intensità luminosa a basse temperature. Se ne trovano di forme e tonalità di luce differenti.
Hanno una resa energetica superiore rispetto a quelle alogene, raggiungendo il 25% di efficienza, significa che a parità di luce emessa consumeranno molto meno. Costano di più, ma possono durare fino a 8 o 10 anni, consentendo di recuperare così l’investimento iniziale. Queste lampadine non sono dimmerabili. Anche mettendo a paragone il ciclo di vita di una lampadina alogena con la durata di una lampada a LED, la tecnologia a LED sarebbe la migliore: i LED mantengono il 70 per cento dell’emissione luminosa iniziale ancora dopo le 50.000 ore di utilizzo. Se una lampadina mantiene ancora il 70 per cento della sua intensità luminosa è ancora in grado di svolgere la sua funzione, infatti, se questo calo non crea eccessivi fastidi, la lampadina a LED potrà essere utilizzata fino alla perdita completa della sua luminosità, stimata in 100.000 ore, secondo gli standard. Considerando 8 ore di funzionamento medio giornaliero per tutto l’anno, una lampada a led durerà circa 17 anni mentre una lampadina alogena durerebbe poco più di un paio d’anni.